Free Plastic July

Facciamo un esperimento. Aprite il frigo, o il mobile in bagno e fate il conto di quanti contenitori di plastica, una volta finito il loro contenuto, finiranno in spazzatura.

Parecchi eh?

Avete mai sentito parlare del “Plastic Free July”? No??? Bene, visto che sembrate così impazienti di sapere cos’è, ve ne parlo io 😀 .

Il “Plastic Free July” (Luglio senza Plastica) è un’iniziativa lanciata nel 2011 dal Earth Carers Waste Education team, un associazione australiana che si occupa per l’appunto di trasmettere ai propri concittadini una buona educazione nell’ambito rifiuti. Ogni estate, a Luglio, viene lanciata questa sfida. Un mese intero cercando di produrre meno plastica possibile. Iscrivendosi sul sito e seguendo le loro pagine social, si ha accesso ad una serie di consigli per rendere la sfida più semplice, vi viene inviata anche una check list da poter stampare e appendere al frigo e in cui vi sono elencati varie scelte quotidiane da poter prendere per produrre meno rifiuti plastici possibili.

Ma andiamo per gradi.
Perché mai dovrei seguire un’iniziativa del genere? Non è sufficiente la raccolta differenziata?
No.
Anche io mi sentivo in pace con me stessa quando ho comprato i miei bei cestini per la raccolta differenziata, ma non basta. Bisogna considerare che non tutti differenziano i rifiuti e, come riportato in un documento di Greenpeace: La plastica scartata può finire nelle discariche, può essere incenerita o riciclata, ma una parte finisce nei corsi d’acqua e in mare attraverso la rete fognaria, gli scarichi, durante il trasporto verso le discariche, o tramite la fuoriuscita accidentale dalle navi e dagli impianti di trattamento delle acque reflue. O, semplicemente, la plastica viene intenzionalmente gettata in mare (Derraik, 2002). 

Beh dai, allora sarà poca roba, un paio di bottiglie qua e la.
Riportando sempre GreenPeace:Eriksen et al. (2014) stimano che la massa di rifiuti di plastica di superficie nel Mar Mediterraneo sia pari a 23.150 tonnellate. Van Sebille et al. (2015) calcolano il volume di microplastica presente nel Mediterraneo variabile tra 4,8 e 30,3 mila tonnellate. Le cifre stimate da Eriksen et al. (2014) e Van Sebille et al. (2015) contrastano con quelle di Cózar et al. (2015), i quali stimano che nella regione galleggino in superficie da 756 a 2.969 tonnellate di plastica. Nonostante la differenza delle stime sopra descritte, il Mar Mediterraneo può essere considerato come una zona di accumulo di rifiuti galleggianti di plastica. I monitoraggi suggeriscono che la densità media di plastica presente nel bacino del Mediterraneo è di 1 – 4 pezzi per metro quadrato, paragonabile all’accumulo di rifiuti plastici dei cinque vortici subtropicali. E inutile che stia qui a dirvi quali conseguenze porti con se questa enorme presenza di plastica nel nostro mare, ma se proprio siete curiosi e volete saperlo vi invito a leggere il documento da cui ho tratto le suddette citazioni e lo trovate a questo link: Un Mediterraneo pieno di plastica. Ma ora veniamo alla parte pratica. E’ possibile produrre meno spazzatura? Anche se la domanda principale dovrebbe essere “Posso davvero far a meno della plastica?”. La plastica sotto processo, quella che invade i nostri mari, è essenzialmente un tipo di plastica, quella usa e getta, quella che nei decenni passati ci hanno venduto come la nuova frontiera della comodità, ma che poi si è piazzata sullo stomaco del nostro ecosistema che non riesce a digerirla, esattamente come i peperoni ripieni che ho mangiato ieri sera. Già in passato abbiamo cercato di ridurre la nostra produzione di plastica “da scarto”, ma accettando la sfida del PFJ siamo diventati più consapevoli e più decisi nel portare avanti quest’iniziativa. Quindi, anche se Luglio è passato, potete comunque accettare la sfida e fare il vostro Plastic Free Month. Nel caso ecco qualche piccolo consiglio per ridurre il vostro impatto sull’ambiente, perché life in plastic non è fantastic. Magari per alcuni saranno cose scontate, per altri dei buoni consigli, ad altri faranno schifo, ma poi io che ne so!

  • La Spesa al supermercato
  • Cura della casa e della persona

Prima di tutto le buste, prendete quelle riutilizzabili, di solito le hanno disponibili i supermercati e costano pochi euro, noi le abbiamo da circa 4 anni e ci abbiamo fatto anche un trasloco, sono un ottimo investimento 😀 Prendete frutta e verdura sfusa, non quella già confezionata nelle vaschette. E’ comunque necessario metterle in buste di plastica per pesarle e appiccicarci il prezzo sopra, ma una volta a casa è possibile svuotarle e riutilizzarle la volta successiva. Ricordate solo di staccare il vecchio adesivo con il prezzo, altrimenti la cassiera vi lancia dietro i meglio morti e c’ha pure ragione. Prediligete packaging di carta o vetro. E questa è difficile perché ormai tutto viene confezionato nella plastica e più prenderete a cuore questa sfida, più ve ne renderete conto. Prendete per esempio i multipack di assorbenti, sono tipo 50 assorbenti avvolti singolarmente nella plastica, messi in due confezioni di plastica che a loro volta sono unite in una busta di plastica… O le merendine, o i pacchetti di fazzoletti. Io l’altro giorno ero così arrabbiata con la plastica che mi sono rifiutata di comprare una busta di patatine…io che rifiuto le patatine…. Comunque basta iniziare con poco, ad esempio molte grandi catene di supermercati producono carta igienica, rotoloni e tovaglioli non solo con carta riciclata, ma in confezioni biodegradabili. O scegliere latte in cartone invece che in bottiglia, prendere le uova in confezioni di carta, yogurt in vetro e così via. Se quando andate a fare la spesa non siete di fretta, ma vi godete il momento potete anche prendere in considerazione l’idea di acquistare alcune cose in altri tipi di negozi, come quelli della catena di NaturaSì o altri piccoli negozietti che vendono prodotti sfusi. Qui a Milano ci troviamo bene da BioMì. Riducete il consumo di bevande gasate e pseudo succhi di frutta. Prendete bevande in bottiglie di vetro, tipo la birra, la birra va sempre bene. Se è possibile bevete l’acqua del rubinetto invece di comprarla, magari prendendo un purificatore e riempiendo bottiglie di vetro. I detersivi, quanti ne avete in casa? Di quanti tipi? Per quante superfici diverse? Vi servono sul serio? In un mese in cui abbiamo cercato di non comprare plastica quel cavolo di cestino invece era sempre pieno, pieno di cosa? Di bottiglie di detersivi! Quindi ci sono diverse opzioni e io ho deciso di utilizzarle tutte. Prima di tutto l’acquisto di ricariche o di detersivi in “busta”, poi l’autoproduzione ed in fine l’acquisto di detersivi alla spina. Sono tutte opzioni che riducono la plastica e soprattutto la spesa. Per quanto riguarda le ricariche è facile trovarle al supermercato, diversi marchi hanno prodotti in buste di plastica e non bottiglie, è sempre plastica, ma in quantità inferiore. Per l’autoproduzione al momento ho preparato un prodotto per vetri e superfici varie semplicemente con aceto, acqua e essenze profumate, ma on line è possibile trovare diverse ricette, non ve le propongo perché non le ho ancora testate. L’aceto però lo ho utilizzato, sotto consiglio di un’amica, anche come ammorbidente, sempre abbinato a qualche goccia di essenza profumata. Appena terminerò i prodotti che ancora ci sono in casa proverò anche quelli alla spina puntando alla qualità più che alla varietà. C’è davvero bisogno di un prodotto specifico per il bagno quando ce n’è un altro più generico, ma che ha lo stesso potere pulente/disinfettante e abbatte il 99,99999999% dei germi in modo da poter permettere a mio figlio immaginario di giocare con le macchinine sul pavimento del cesso e allo stesso tempo pulirci anche la cucina?

Il sapone per le mani, usate le saponette. No, non sono meno igieniche del sapone liquido, anzi. Igienicamente parlando infatti sono molto più pulite e sicure del dosatore della bottiglietta del sapone liquido, ed è il motivo per cui in molti bagni pubblici trovate i dosatori che si attivano con la fotocellula e state lì a imprecare per due ore perché la fotocellula vi vede per un secondo e vi sputa in mano una quantità di sapone inutile. La saponetta quindi è molto più igienica (non lo dico io, ma diverse ricerche), economica, dura di più, non inquina, al supermercato se ne trovano di naturali e cruelty free, se vuoi te la puoi fare a casa e, quel che conta in questo caso, di solito è avvolta in un piccolo foglio di carta, contro le bottiglie di plastica del sapone liquido. Se proprio dovesse farvi schifo potete tenere la saponetta per voi e il sapone liquido per gli eventuali ospiti. Prodotti di bellezza, vi ripropongo le domande sui detersivi, quanti ne avete in casa? Di quanti tipi? Per quante superfici diverse? Vi servono sul serio? Bagnodoccia, docciashampoo, shampoo per la messa in piega, balsamo per mantenere il colore, crema corpo, scrub corpo, anticellulite, crema giorno, crema notte, scrub viso, tonico, struccante bifasico, struccante normale, latte detergente, maschera, antirughe e alla fine quando hai un problema ti dicono: hai provato con il limone? Ecco allora il mio consiglio: limitarsi ai prodotti base e poi autoproduzione e prodotti naturali. Fa bene a tutti, a noi, all’ambiente e al portafogli. Sul sito di Karotina potete trovare diversi consigli e ricette per il fai da te. Quello che comunque è sicuramente da evitare è l’acquisto di prodotti con microgranuli quali dentifricio e scrub e vi riporto nuovamente ad un articolo di GreenPeace

  • In giro

Acquistate una borraccia, da riempire a casa e tenere in borsa invece di comperare bottigliette d’acqua. Decathlon ne ha una bella collezione e se ne trovano parecchie anche su Amazon, alcune anche molto carine. Tenete una shopper in borsa, di quelle di tessuto che occupano poco spazio, in questo modo potete evitare di prendere buste di plastica per spese improvvise. Il sito di Plastic Free July consiglia anche l’acquisto di una mug riutilizzabile, stiamo parlando di un sito australiano dove i bicchieri di plastica per il caffè lungo sono il quotidiano. Noi non abbiamo l’abitudine del caffè americano “da asporto”, in generale non abbiamo l’abitudine del caffè americano. Almeno non tutti. Perché invece qui in casa abbiamo proprio la macchinetta e ci facciamo colazione ogni mattina, quindi abbiamo anche le mug riutilizzabili, più di due direi, e le usiamo quando dobbiamo fare lunghi viaggi in auto o quando non c’è tempo per la colazione. Sono comunque utili se invece del caffè volete un tea da portar via 😀

E infine, smettete di comprare bicchieri, piatti e posate usa e getta, davvero vi rompete così le palle di lavare due piatti? Sono piccoli gesti, piccole abitudini che però possono fare la differenza, una differenza minima nella nostra vita, ma enorme in quella del mondo che ci circonda. Ci sono tante persone in giro che dicono che è inutile o che addirittura alzeranno il dito chiamandovi ipocriti. Lo si legge tanto in giro, “sei ipocrita perché lotti contro l’inquinamento e poi vai in giro in macchina” è una delle frasi più gettonate, l’altro giorno l’ho letta anche sotto un post di Leonardo Di Caprio che elencava tutti gli obiettivi raggiunti dalla sua associazione ambientalista, l’ho letta quando si è parlato di gasdotto, di trivelle, quando si parla di animali del circo o di boschi che bruciano. Lasciatele perdere, sono persone che aspettano che il cambiamento arrivi dall’alto, che forse non riescono a fare nulla e per questo chiamano ipocrita chi fa anche solo un piccolo gesto. A quelle persone bisognerebbe far capire che anche 0,1 è maggiore di 0 e che o,1 per 10 fa 1. Siate quel 0,1 😀

Non è necessario rinunciare a tutto per poter apportare un cambiamento, basta iniziare da poco ed essere di esempio per gli altri. Per un mese abbiamo cercato di produrre meno rifiuti plastici possibili e per un mese ci siamo guardati intorno rendendoci conto che la plastica è ovunque, ma sai di aver fatto qualcosa e che quello che hai fatto per un mese può tranquillamente diventare un’abitudine costante.      

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